2021

I funghi che spuntano da un suolo cittadino, un “sottobosco urbano”, immagine di quest’anno, sono parte di quell’ambiente che consente l’attività di decomposizione e rimessa in circolo delle sostanze nutritive, a favore della salute e rigogliosità dello strato più alto: le chiome degli alberi. Il bosco rappresenta un unico grande organismo connesso in tutte le sue parti, in una dimensione misteriosa e infinitamente piccola, popolata di spore, miceli, ife, ma anche di batteri e virus. Danae ha fatto da sempre, e ora ancora di più, la scelta di sostenere il sottobosco, di stare vicino a chi silenziosamente e misteriosamente crea legami e connessioni.
Siamo sempre più convinti che per trovare una nuova via, come è assolutamente necessario, bisogna sostenere le forze, i pensieri spesso fuori dalla ribalta, dal conosciuto. Ci avviamo consapevolmente verso una trasformazione che percorrerà questa strada, non sapendo dove ci condurrà. Sono tante le domande che, come artisti e come ideatori di un festival, ci siamo posti in questo contesto del tutto nuovo ed eccezionale: quali siano le possibilità dell’arte di dare il proprio contributo nell’elaborazione del trauma personale e collettivo.
E in particolare, con questo nostro Festival, in che modo si possa e si potrà cercare di dire qualcosa che non abbia a che vedere solo con il nostro ristretto ambito, ma che sia in relazione al mondo. Perché si tratta di agire e pensare su un piano più vasto e più alto.
Ovviamente non abbiamo la pretesa di rispondere alle domande che questo momento solleva, ma cerchiamo di fare quello che sappiamo, mettendo in campo l’energia dei corpi e del pensiero che sono gli strumenti che nessuno ci può togliere se non facendoci fuori.
Con questo spirito, consegniamo alla città un’edizione ricca di progetti, laboratori, incontri: danziamo, creiamo mondi e poesia, sperimentiamo nella spericolatezza che ci contraddistingue. Siate con noi.

Scarica il libretto del festival in pdf.